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02-01-2013

bambini e disabilita'

di Gilardelli Daniela

 

Stavo facendo I miei acquisti natalizi in USA, dove vivo . C’erano tante scatole con bambole accessoriate: una aveva il seggiolone ed il passaggino, un’altra un assortimento di vestiti, scarpe e borsette…  un’altra, disabile, aveva le stampelle e la sedia a rotelle!

In un primo momento quella bambola ha offeso la mia sensibilita’, mi e’ parso un grottesco e cinico sfruttamento della disabilita’, poi pero’ mi sono domandata se non e’ invece un intelligente modo di avvicinare I bambini alla disabilita’ col gioco. (daniela gilardelli)


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03-01-2013
Bandini Buti Luigi

Confesso che anch'io sono combattuto. Però in me prevale l'idea che considerare la disabilità come un evento possibile e "normale" va bene. Le paraolimpiadi, Pistorius, Zanardi hanno fatto moltissimo per diffondere il concetto che nonostante la disabilità si può vivere e vincere. Che poi si possa giocarci sopra forse non è un male! Vorrei sapere cosa ne pensano gli altri. Daniela può procurarci una foto del gioco?

Se voi cercate su internet "barbie disabile" trovate molto dibattito. Qualche link
//giovannacosenza.wordpress.com/2011/06/13/torna-la-barbie-disabile/

http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/22/Ora_Barbie_amica_disabile_co_0_97052211467.shtmlhttp:

 


03-01-2013
Stella Andrea

Ciao Daniela, Credo che raccontare la persona nelle sue varie "vesti" sia assolutamente positivo e questo se vale per gli adulti vale anche per i bambini. Molti cartoni animati o libri illustrati per i più' piccoli cominciano a integrare e rappresentare i vari protagonisti che non sempre sono belli dritti sulle loro gambe o con tutti i sensi vigili, ecco la tartaruga Nina con la carrozzina o il punto che non ci vede. Questo aiuta i bambini a capire che la diversità esiste e fa parte della natura umana. Girando per le scuole mi accorgo di questa diversa percezione che oggi i ragazzini hanno e che li aiuta a non avere troppi preconcetti. Eliminare le barriere fisiche e' importante perché aiuta le persone a spostarsi, muoversi, e aiuta chi e' cosiddetto normale a percepire la diversità come una eventualità . Per cui ben venga la Barbie con le stampelle e chissà che venda tanto, un mercato che ci crede può , a volte, cambiare la mentalità dominante con più forza di una legge!

08-01-2013
Barcarolo Paola

 

1/6

Il gioco e i giocattoli, a mio avviso, sono gli strumenti educativi migliori per i bambini, al fine di supportare il difficile compito di famiglie, maestre ed educatori nell'avvicinare i più piccoli a comprendere meglio gli altri e il "mondo della diversità", così apparentemente lontana da loro perché così poco conosciuta e soprattutto vista con timore, purtroppo, ancora da parte di molti adulti. 

E' un bene che, sin da piccini, i bambini conoscano la diversità in ogni sua declinazione e non ne abbiano paura: quindi è positivo il fatto di introdurre giocattoli "diversi", purché non vengano "regalati e basta", lasciando i bimbi soli a sé stessi, bensì siano stimolo per un primo approccio attraverso cui l'adulto spieghi e faccia loro conoscere altri aspetti della vita che li circonda.


08-01-2013
Barcarolo Paola

 

2/6

Mi trovo d'accordo con E. Claparède, medico del 1900 riconosciuto come fondatore del Funzionalismo Pedagogico, che concepisce il gioco infantile come una serie di esercizi che preparano lo sviluppo di capacità essenziali, sia cognitive (intellettuali) che affettive (sentimentali), per la vita adulta: in sintesi, il gioco prepara al mondo. 

 


08-01-2013
Barcarolo Paola

3/6

 

Il mio vissuto mi porta a riflettere in merito a quanto esposto facendo riferimento a fatti concreti, sperimentati in prima persona o attraverso lo stretto contatto con le esperienze:

  • di mia madre (Insegnante di Scuola Primaria);
  • delle persone facenti parte delle Associazioni della Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone Disabili e delle loro Famiglie del Friuli Venezia Giulia (che operano per l'integrazione delle persone con disabilità nella nostra società);
  • degli amici Educatori Professionali e Terapisti Occupazionali (che operano con bambini sia nell'ambito specifico della disabilità, sia nelle Scuole per l'Infanzia che Primarie).

08-01-2013
Barcarolo Paola

4/6

Per quanto riguarda la mia esperienza personale, riporto anch'io quanto accaduto questo Natale. Ho scelto di regalare a mia nipote (bambina molto sveglia di 4 anni che ha avuto modo di trascorrere 6 mesi a Rio de Janeiro, frequentando la Scuola per l'Infanzia locale in un ambiente decisamente multietnico) un bambolotto di colore. La reazione iniziale, nonostante il suo recente trascorso, è stata di apparente "perplessità", a cui nessuno a dato peso; a questa sono seguiti momenti di gioco sereni e piacevoli con l'oggetto in questione. 


08-01-2013
Barcarolo Paola

5/6

 

Ho riportato questo esempio per sottolineare come la "diversità" di un giocattolo, per bambini sottoposti a molteplici stimoli quotidiani da parte dei coetanei e della pubblicità dei mass media, possa essere motivo di apparente "sbigottimento" seguito da accettazione e da spunti di riflessione inconscia, soprattutto in virtù del ruolo che il gioco riveste nello sviluppo di un bambino. Mia nipote, inoltre, da più di 2 anni, gioca quasi quotidianamente, malgrado il periodo trascorso in Brasile, con una bimba più piccola di lei di un anno, affetta da una malattia che la rende "diversa" nell'interazione con gli altri. Questo, sin dal principio, non è mai stato motivo di mancata accettazione, anzi!


08-01-2013
Barcarolo Paola

6/6

 

Per quanto riguarda le esperienze di mia madre, delle persone delle Associazioni e degli Educatori/Terapisti, nel corso di questi anni ho avuto modo di esperire come la presenza di un bimbo con disabilità, piuttosto che di un bambino straniero o di un piccolo semplicemente più sensibile rispetto agli altri, sia stato sempre motivo di spontanea accoglienza seguita da riflessioni da parte del gruppo.

Questo parallelo tra «bambino - gioco che "simula la disabilità"» e «bambino - coetaneo/amico con disabilità» è efficace, a mio avviso, per sottolineare come, nella fascia d'età compresa tra i primissimi anni di vita e il termine della Scuola Primaria, sia fondamentale il ruolo dell'adulto/educatore per rendere "normale" quello che è realmente "la norma" della vita di ciascuno.


08-01-2013
Barcarolo Paola

CONCLUSIONI 1/2:

 

Quindi:

  • ben venga a giocattoli e alla pubblicità che introducono la "diversità" e la "disabilità"!
  • Ben venga all'eliminazione delle cosiddette "Scuole Speciali" e, quindi, all'inserimento dei bimbi con disabilità nelle Scuole per l'Infanzia e Primarie!
  • Ben venga all'integrazione nel gruppo classe di bimbi provenienti da altri Paesi con differenti culture e tradizioni!
  • ... etc.

Tutti siamo, infatti, concordi nel dire che la "diversità è una risorsa", purché non sia frutto unicamente della sensibilità di ciascun bimbo il fatto di considerarla come tale, bensì ci sia un'educazione volta ad esprimente nei "piccoli gesti di tutti i giorni" questo messaggio!!!


08-01-2013
Barcarolo Paola

CONCLUSIONI 2/2:

 

Concluderei, quindi, con le parole di B. Munari (1986):

« Giocare è una cosa seria! 


I bambini di oggi sono gli adulti di domani 


aiutiamoli a crescere liberi da stereotipi 


aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi 


aiutiamoli a diventare più sensibili. »

 

P.S. Guardate qui...

http://www.disabili.com/prodotti-/articoli-qprodotti/18320-nessun-bambolotto-down-per-litalia

http://www.superando.it/2012/10/23/una-bambola-contro-il-buonismo/

 

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